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Veicoli commerciali e industriali

12 novembre 2019

Nonostante l'evidente esigenza di rinnovo del parco il mercato è in calo continuo da luglio: ottobre a -8,8%

Il 2019 si avvia ad una chiusura negativa

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Sulla base dei dati di immatricolazione forniti dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, il Centro Studi e Statistiche di UNRAE ha elaborato una stima del mercato dei veicoli industriali con massa totale a terra superiore alle 3,5t che - per il mese di ottobre 2019 - restituisce un andamento ancora negativo sullo stesso mese del 2018, registrando -8,8% (1.944 unità contro 2.132).

 

Nel comparto dei veicoli pesanti con massa totale a terra uguale o superiore a 16t, il mercato è caduto dell’ 11% a ottobre 2019 su ottobre 2018 (1.530 unità immatricolate contro 1.720).

 

Nei primi dieci mesi dell’anno la flessione è del 6% per i veicoli con massa totale a terra superiore alle 3,5t (19.802 unità verso 21.073), e del 6,7% per i pesanti, con massa totale a terra uguale o  superiore alle 16t (15.894 contro 17.029).

 

I dati - commenta Franco Fenoglio, Presidente della Sezione Veicoli Industriali di UNRAE, l’Associazione delle Case estere - si avviano a confermare definitivamente le previsioni che abbiamo avanzato negli ultimi tempi, indicando per il 2019 una chiusura in perdita del 6% almeno rispetto al 2018.

 

Il 26 ottobre scorso è stata avviata la decorrenza dei termine per l’inoltro delle domande di finanziamento a valere sui contributi agli investimenti per il 2019 e, dalle notizie che abbiamo raccolto, dopo due giorni i fondi disponibili erano già praticamente già esauriti.

 

Questo dimostra ancora una volta che la necessità di rinnovo del parco è reale e chiaramente sentita dagli operatori dell’autotrasporto. Diventa quindi pressante provvedere ad un sostegno strutturale degli investimenti in veicoli di ultima generazione, come più volte richiesto e sostenuto dall’UNRAE, passando finalmente dalle parole ai fatti”.

 

“Abbiamo appreso - continua Fenoglio - la notizia della pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale del 26 ottobre scorso del Decreto Legge n. 124 in materia fiscale che, tra l’altro, prevede lo stanziamento di circa 26 milioni per il biennio 2019 - 2020 da destinare all’acquisto di veicoli industriali a basso impatto ambientale contro rottamazione. Per quanto si tratti di un importo limitato, è pur sempre un segnale d’interesse per il settore anche se non sufficiente. In questa occasione, al contrario, ci attendiamo che si velocizzi il processo di attuazione della disposizione e non si perda in iter burocratici infiniti che ne vanifichino l’effetto e l’efficacia. Siamo purtroppo tristemente abituati a veder scomparire nel corso dei dibattiti parlamentari le disposizioni di sostegno pubblico agli investimenti nel settore dell’autotrasporto.

 

Segno, questo, che tale settore continua a non essere considerato strategico. Anzi, mentre lo si carica di responsabilità improprie in materia di inquinamento, si continua a non fare nulla di sostanziale per rinnovare il parco in modo concreto e programmato”.

 

“Vorrei - conclude Fenoglio - sottolineare che negli ultimi tempi, in diverse occasioni di confronto con gli altri operatori del settore, anche con la partecipazione di rappresentanti del mondo della politica e della pubblica amministrazione, si è cominciato a registrare un timido avvicinamento ai nostri punti di vista circa l’importanza dell’autotrasporto nella logistica complessiva delle merci, in una prospettiva di sostenibilità che guardi alla realistica collaborazione tra diverse modalità di trasporto. Al riguardo, dobbiamo dire molto chiaramente e con fermezza che è necessario valutare attentamente il ruolo del trasporto stradale, che dovrebbe essere considerato come strategico per il futuro del nostro paese e che sta affrontando cambiamenti ed adeguamenti, anche nella tipologia dei mezzi impiegati.

 

In questo senso, è evidente che non solo le imprese di autotrasporto necessitano di riferimenti certi in materia di politica economica, ma anche gli stessi Costruttori dei veicoli, che devono poter programmare le loro produzioni future con la garanzia di trovare una domanda adeguata e adeguatamente promossa scaturita da una visione di medio lungo termine del Governo e non da provvedimenti estemporanei che non risolvono i problemi di un settore che ha bisogno di pianificazione e certezze”.