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09 maggio 2019
Senza prospettive di sostegno strutturale immediato continua la tendenza negativa del mercato dei veicoli industriali: aprile a -7,9%
Secondo le stime elaborate dal Centro Studi e Statistiche dell’UNRAE sulla base dei dati di immatricolazione forniti dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti si registra un segno negativo nelle immatricolazioni dei veicoli industriali con massa totale a terra superiore alle 3,5 t anche in aprile 2019, che denuncia un calo di -7,9% rispetto allo stesso mese del 2018 (2.490 unità immatricolate contro 2.705).
Scende così a -9,2% il primo quadrimestre 2019 rispetto allo stesso periodo del 2018 (8.516 immatricolazioni contro 9.381).
Stime particolarmente negative si hanno per il comparto dei veicoli pesanti, con massa totale a terra uguale o superiore a 16 t, che ha fatto registrare nel mese di aprile una perdita dell’11,2% rispetto allo stesso mese del 2018, che evidenziò un incremento del 43,6% (2.060 unità immatricolate contro 2.321) e archivia il primo quadrimestre 2019 a -10,2% (7.051 unità contro 7.848).
“Mentre il mercato è in flessione continua ormai dagli ultimi mesi dello scorso anno, siamo a maggio inoltrato - commenta Franco Fenoglio, Presidente della Sezione Veicoli Industriali di UNRAE, l’Associazione delle Case estere - e ancora non si hanno segnali di attività ministeriale per l’implementazione degli atti normativi necessari ad avviare la fase di finanziamento degli investimenti per il 2019, mentre quella per il 2018 si è chiusa nell’aprile scorso. L’unica notizia in merito arrivata negli ultimi giorni ci dice che la parte di fondo dedicata all’autotrasporto destinata agli investimenti è stata diminuita rispetto alle previsioni iniziali e portata a 25 milioni. Dunque meno risorse e discontinuità nella loro gestione. Non c’è da stupirsi se le imprese mostrano segni di crescente sfiducia e rinvio degli investimenti.
Del resto, la proposta di destinare 50 milioni l’anno per il 2019-2020 per finanziare l’acquisto di veicoli nuovi contro rottamazione dell’usato, non ha avuto finora un riscontro concreto con la formulazione degli atti normativi necessario al reperimento e alla destinazione dei fondi”.
“Ci troviamo dunque ancora una volta - continua Fenoglio - di fronte a decisioni di carattere finanziario che cercano di tamponare le falle prodotte da una mancanza fisiologica di strategia politica per il settore, invece di cambiare rotta e sostenerne con decisione lo sviluppo, ricercando e promuovendo misure che possano garantire anche la sostenibilità del lavoro per tutte le imprese di trasporto con le loro caratteristiche specifiche.
Il mondo dell’autotrasporto è complesso ed articolato, soprattutto nel nostro Paese, e varrebbe forse la pena di cercare soluzioni alternative unitarie ai suoi endemici problemi, partendo per esempio dalle realtà produttive e dalle modalità che queste adottano per raggiungere i mercati.
E’ possibile che un esame della composizione del parco circolante che evidenzi la relazione tra le diverse categorie di massa, le classi di inquinamento e l’anzianità dei mezzi con la destinazione dei medesimi al trasporto in conto terzi o in conto proprio, restituisca esiti sui quali lavorare per impostare una politica di premialità mirata, che contribuirebbe in modo non indifferente a ripulire il parco, promuovendo inoltre il lavoro di tutte le imprese di autotrasporto, quale che sia la loro dimensione”.
“Intanto - conclude Fenoglio - il parco circolante continua ad invecchiare e le prospettive di indirizzarlo verso un rinnovamento sostenibile si allontanano. Siamo in attesa di conoscere i contenuti degli atti normativi che dovrebbero attuare la concessione alle imprese private della revisione dei veicoli industriali e ci auguriamo che non venga persa almeno questa importante occasione per introdurre con essa un sistema di verifiche più severo a seconda dell’anzianità dei veicoli sottoposti ad indagine periodica, tale da incentivare seriamente il rapido rinnovo di quelli più vecchi e in peggiori condizioni”.