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Veicoli commerciali e industriali

09 aprile 2020

L'emergenza sanitaria colpisce al cuore un settore già in sofferenza. Il mercato dei veicoli industriali crolla a -40,5% nel mese di marzo

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Per il mese di marzo 2020, il Centro Studi e Statistiche di UNRAE, l’Associazione delle Case estere, sulla base dei dati di immatricolazione forniti dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, ha elaborato una stima del mercato dei veicoli industriali con massa totale a terra superiore alle 3,5t che ha registrato -40,5% rispetto al marzo del 2019 (1.285 unità immatricolate contro 2.161), portando il consolidato del primo trimestre 2020 a -13% (5.258 unità contro le 6.046 del 2019). Nel settore dei veicoli pesanti, con massa totale a terra uguale o superiore a 16t, a marzo 2020 si è registrata una caduta del -38,6% rispetto al marzo del 2019 (1.066 unità immatricolate contro 1.735) che porta ad un calo di -12,1% il trimestre gennaio-marzo (4.396 unità contro 5.002).

 

“Gli effetti dell’emergenza sanitaria sul mercato dei veicoli industriali si sono manifestati con tempestività”, ha evidenziato Franco Fenoglio, Presidente della Sezione Veicoli industriali di UNRAE. “Il peggio però deve ancora venire. È difficile immaginare che il dato di mercato di fine anno per i veicoli industriali possa registrare un crollo complessivo inferiore al 30% rispetto al consolidato del 2019. Di fronte all’incertezza circa la durata delle misure di contenimento in atto e le conseguenze che a catena ne discenderanno potrebbe rivelarsi realistica una previsione che raggiunga anche una perdita di mercato del 40%”.

 

“Con lo sguardo rivolto alle condizioni odierne della nostra filiera – prosegue Fenoglio – dobbiamo innanzitutto prendere atto che nell’ambito della logistica il trasporto su strada in tutte le sue declinazioni (dalla linea internazionale alla distribuzione) è una risorsa essenziale che va salvaguardata con cura e lungimiranza. È di fondamentale importanza iniziare a considerare il trasporto con l’attenzione che gli è stata finora negata, vista la sua importanza non solo dal punto di vista economico, ma anche da quello della sicurezza sociale”.

 

“UNRAE, di fronte alle iniziative in campo economico e fiscale che il Governo sta prendendo, auspica che la burocrazia non aggravi le conseguenze della pandemia allungando inopinatamente i tempi di attuazione delle misure previste. Chiediamo che vengano considerate le specifiche proposte che la filiera dei veicoli industriali sta avanzando, per mettere rapidamente a disposizione le risorse già destinate al settore degli investimenti per rinnovare il parco, ampliare le possibilità di accesso al superammortamento dilazionando i tempi per il ricorso a questo strumento, definire importi e metodologie per un fondo strutturale da dedicare al rinnovo mirato del parco verso gli obiettivi di maggior sostenibilità complessiva e sicurezza”.

 

“Alla fine del lock-down – conclude Fenoglio – la nostra rete dovrà essere in grado di sopravvivere, altrimenti la conseguenza più grave e reale per la nostra filiera sarà la scomparsa di molte imprese di vendita e assistenza ridotte sul lastrico, con conseguenze disastrose anche in termini di disoccupazione. Abbiamo potuto verificare che il comparto automotive è uno dei più grandi e dinamici serbatoi di occupazione. Non possiamo quindi che considerare con estrema attenzione tutte le azioni che possono rafforzare la capacità di quel serbatoio. Le misure adottate con il Decreto-Legge 8 aprile 2020, n. 23, sono solo un primo passo per affrontare l’emergenza sanitaria: l’accesso al credito, il sostegno alla liquidità e agli investimenti e le altre misure fiscali e contabili ritenute necessarie dal Governo ci auguriamo che possano garantire da subito continuità all’attività delle aziende. Ci aspettiamo però al più presto ulteriori interventi che consentano alle imprese di trasporto e alle nostre reti di ripartire con tutta la forza necessaria al bene del nostro Paese”.