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Veicoli commerciali e industriali

09 luglio 2020

I veicoli industriali perdono a giugno il 47,2%: il primo semestre chiude a -34,5%

Il trasporto torna nell'ombra: solo promesse, nessun intervento a sostegno del settore. Le previsioni per l'intero anno 2020 si avviano verso la peggiore delle ipotesi prospettate da UNRAE nella conferenza stampa di maggio: -40%

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Sulla base dei dati di immatricolazione forniti dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, il Centro Studi e Statistiche di UNRAE, l’Associazione delle Case estere, ha elaborato una stima del mercato dei veicoli industriali con massa totale a terra superiore alle 3,5t che nel mese di giugno 2020 segna una perdita di -47,2% rispetto al giugno del 2019 (1.705 unità immatricolate contro 3.231), portando il consolidato del primo semestre 2020 a -34,5% sullo stesso periodo del 2019 (9.227 unità contro 14.080).

 

“Sconfortante – esordisce Franco Fenoglio, Presidente della Sezione Veicoli Industriali di UNRAE – il quadro dei numeri, ma tanto più deludente e inspiegabile la persistente disattenzione del Governo verso il settore dell’autotrasporto, che dopo essere stato osannato per aver garantito i rifornimenti durante il lockdown, affrontando seri rischi sanitari, viene di nuovo dimenticato quando si tratta di fornirgli sostegni validi – non solo economici – alla ripresa, e ancor più decidere un contributo strutturale per consolidare la sua competitività in Europa”.

 

“Le proposte che la stessa UNRAE insieme con le altre organizzazioni imprenditoriali dell’autotrasporto e della filiera automotive interessata hanno ripetutamente sollecitato, per dare forza alla ripresa dopo la pandemia – prosegue Fenoglio – non hanno finora avuto alcun riscontro concreto.

 

Chiedevamo un aumento del credito di imposta fino al 2025, l’azzeramento o una riduzione significativa delle tasse alle imprese almeno per un anno, l’istituzione di prestiti a lungo termine senza interessi e maggiori garanzie bancarie agli operatori del settore.

 

A quanto ci risulta, nemmeno una di queste proposte è stata finora presa in considerazione e resa operativa dai competenti organi decisionali dello Stato.

 

Neppure i contributi 2019-2021 per gli investimenti nell’autotrasporto, già previsti per legge, hanno subito quella accelerazione che ci sembrava auspicabile, oltre che possibile, nelle procedure di assegnazione: nel darci assicurazione che i rispettivi iter burocratici sono stati avviati, i competenti organi del Ministero delle Infrastrutture dei Trasporti confermano peraltro che la fase operativa dovrebbe essere avviata nel prossimo ottobre. Quando la precedente si è chiusa ad aprile!”.

 

“Ci pare inoltre che si stia perdendo l’occasione – sottolinea Fenoglio – di dare una mano sostanziale al sistema autotrasporto, non solo attraverso interventi di carattere fiscale o finanziario, ma anche attraverso la messa in opera di semplificazioni a costo zero per lo Stato, realizzabili ad esempio in tutte le operazioni relative ai veicoli, dalla loro identificazione certa al momento delle prove per l’omologazione e l’immatricolazione, fino ai servizi di assistenza e revisione, per favorire non solo il rinnovo del parco, ma anche una sua più razionale gestione, in funzione di maggior competitività e sostenibilità”.

 

“A settembre – conclude Fenoglio – i nodi prodotti da ritardi e dimenticanze verranno al pettine. Non vorremmo allora che la conta delle aziende scomparse e dei lavoratori rimasti senza occupazione nell’autotrasporto, e nel suo indotto automotive, svelasse brutalmente una debolezza molto difficile da recuperare, che andrà oltre i dati negativi del momento e ridurrà drasticamente l’efficienza strategica di un comparto economico essenziale, ampiamente dimostrata ma riconosciuta solo a parole”.